Arte a bordo dei superyacht: come tutelare e valorizzare le collezioni private
Dalla progettazione alla gestione quotidiana, un viaggio nel mondo dell’arte a bordo dei superyacht attraverso la visione di Pandora Mather-Lees
Dalla progettazione alla gestione quotidiana, un viaggio nel mondo dell’arte a bordo dei superyacht attraverso la visione di Pandora Mather-Lees
Dopo l’articolo di questa settimana “Arte a bordo dei superyacht tra design, conservazione e innovazione”, l’attenzione si sposta naturalmente su chi rende possibile la presenza dell’arte in mare in modo sicuro e consapevole. Pandora Mather-Lees, fondatrice di Art On Superyachts, vanta oltre vent’anni di esperienza tra gallerie, musei e piattaforme specializzate, traducendo standard museali in un contesto marittimo. Per lei la riuscita di una collezione a bordo inizia nelle prime fasi progettuali. “Cantieri e designer – ci spiega Pandora Mather Lees – devono affrontare il tema dell’arte con lungimiranza,” affinché le opere non risultino né troppo pesanti né mal posizionate, ma parte integrante del racconto degli interni fin dall’inizio.
Materiali, normative e realtà marina
Non tutte le opere sono adatte alla vita in mare. Mather-Lees sottolinea l’importanza di conoscere materiali e regolamenti. Le opere che includono elementi soggetti a CITES, come avorio o alcune essenze lignee, richiedono licenze corrette, mentre sculture e opere cinetiche necessitano di fissaggi in acciaio marino per prevenire la corrosione. “I supporti fragili come acquerelli e tessuti delicati – osserva Mather-Lees – sono molto più vulnerabili rispetto a oli e acrilici” e richiedono una collocazione particolarmente attenta. I sistemi di montaggio devono combinare sicurezza di livello museale e ingegneria adatta a resistere a vibrazioni e movimento.
Convivere con il mare
L’ambiente marino rappresenta una delle sfide più complesse. I conservatori parlano dei “fattori di deterioramento” e, in mare, aria salina, umidità e variazioni di temperatura sono costanti. Sebbene i sistemi di climatizzazione possano essere calibrati per le esigenze dell’arte, i layout contemporanei introducono nuovi rischi. “Ponti aperti, terrazze private e beach club – sottolinea la fondatrice di Art On Superyachts – mettono in comunicazione diretta gli spazi interni con l’ambiente marino”, rendendo alcune aree inadatte a opere sensibili. Sconsiglia materiali a pigmentazione acquosa e superfici porose come l’alabastro, mentre riconosce che le sculture in cristallo possono offrire resistenza e forte impatto visivo. La luce, avverte, provoca danni irreversibili e deve essere gestita con estrema attenzione.
L’installazione come momento critico
Se l’ambiente comporta rischi a lungo termine, l’installazione rappresenta il momento più delicato. “L’intervento umano – afferma Mather-Lees – è molto spesso la causa dei danni maggiori rispetto al clima”. È fondamentale quindi affidarsi a società specializzate in logistica artistica, in grado di garantire una corretta movimentazione, l’allineamento con le linee di vista desiderate dall’armatore e un fissaggio sicuro. Soluzioni come vetri con protezione UV al 99% contribuiscono a ridurre l’esposizione luminosa, mentre l’illuminazione dovrebbe essere progettata per spegnersi quando le opere non sono fruite.
L’arte come impegno nel lungo periodo
Le collezioni evolvono nel tempo, rendendo essenziali spazi di deposito sicuri sia a bordo sia a terra. Mather-Lees evidenzia che, se l’installazione in fase di costruzione è relativamente semplice, i refit richiedono una pianificazione molto più accurata. Entrano in gioco infatti località, clima, sicurezza, aspetti fiscali e disponibilità di personale formato. “Valutazioni del rischio efficaci e la presenza di un art manager dedicato – sostiene Mather-Lees – sono fondamentali” per garantire continuità e protezione per l’intero periodo dell’opera a bordo.
Logistica, documentazione e responsabilità
La gestione dell’arte a bordo è un lavoro di squadra. Sui grandi yacht la figura dell’art manager affianca il comandante, mentre su unità più piccole la responsabilità è condivisa tra figure senior dell’equipaggio con il supporto di consulenti esterni. La pianificazione è essenziale, così come una documentazione rigorosa. “Una cattiva gestione degli archivi – ricorda la fondatrice di Art On Superyachts – è uno dei principali fattori di rischio”. E’ importante quindi redigere degli inventari dettagliati per una corretta gestione dei dati come parte integrante delle procedure operative.
Formazione e consapevolezza culturale
La formazione dell’equipaggio è alla base di ogni strategia di tutela. Attraverso corsi strutturati e sessioni a bordo, Mather-Lees unisce indicazioni pratiche e conoscenza dell’arte. “Quando l’equipaggio comprende il valore culturale di ciò che sta custodendo – dichiara – i rischi si riducono in modo significativo”, soprattutto durante manutenzioni, refit o cambi di equipaggio/charter. Il supporto da parte del comandante e del management rafforza questa cultura della responsabilità.
Un consiglio ai giovani designer
Ai designer emergenti Mather-Lees consiglia una formazione specialistica e il confronto con team di esperti. Comprendere la strategia del collezionista è essenziale, che si tratti di acquisire nuove opere, concentrarsi su temi marittimi o esplorare l’arte digitale. Suggerisce infine di tenere a bordo testi di riferimento sulle opere, aggiungendo contesto e valore a collezioni sempre più centrali nella vita in mare.






















