A Nizza la terza Conferenza sull’Oceano delle Nazioni Unite
La città francese accoglie per una settimana centinaia di scienziati, diplomatici e professionisti del settore per discutere sullo stato di salute dell’oceano e decidere azioni concrete per proteggerlo
La città francese accoglie per una settimana centinaia di scienziati, diplomatici e professionisti del settore per discutere sullo stato di salute dell’oceano e decidere azioni concrete per proteggerlo
Il nome completo della Conferenza sull’Oceano organizzata dalle Nazioni Unite fino al 13 giugno a Nizza è lunghissimo: “2025 Conferenza delle Nazioni Unite per supportare la realizzazione dell’Obiettivo 14 di Sviluppo Sostenibile: conservare e usare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per lo sviluppo sostenibile”.
Si tratta della terza Conferenza sul tema, dopo quella organizzata nel 2017 a New York dal governo delle Fiji e dalla Svezia e quella del 2022 a Lisbona organizzata dal Portogallo e dal Kenya. Quest’anno i “padroni di casa” sono il governo della Francia e del Costarica, che accoglieranno centinaia di persone, inclusi capi di Stato di decine di Paesi, diplomatici, membri di piccole e grandi associazioni, fondazioni, organizzazioni governative e non, il cui grande obiettivo comune, declinato in molti rivoli diversi, è la protezione del mare.
Se l’oceano fosse un’economia, sarebbe la settima più grande al mondo, con un valore stimato in 2,5 trilioni di dollari americani, stima raggiunta calcolando gli innumerevoli beni e servizi che l’oceano fornisce, dalla pesca ai trasporti marittimi, dal turismo costiero all’acquacoltura e la produzione di cibo e farmaci. Ma è deprimente lo stato attuale di salute di questo ecosistema che ci permette di vivere producendo oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbendo un terzo delle emissioni di anidride carbonica che continuiamo imperterriti a produrre.
Studi scientifici che continuano a confermarsi avvisano da ormai oltre un decennio con urgenza che l’oceano e il mare, la cui presenza diamo per scontata, è sempre più caldo e con meno vita. Le conseguenze di questa situazione per l’uomo variano dal grave all’apocalittico, dalla mancanza di proteine per milioni di persone quando la plastica in mare supererà i pesci che lo abitano, all’erosione di spiagge e coste di isole alte pochi metri sopra il livello del mare.
Il mondo della vela sta diventando sempre di più un attore di spicco per dare un contributo alla ricerca scientifica e alla divulgazione delle informazioni sul clima e sul mare. Giovanni Soldini è stato un precursore in questo senso, con un impegno dettato da una reale e sentita preoccupazione per lo stato attuale delle cose, come racconta nell’ultimo documentario “Giovanni Soldini – Il mio giro del mondo”.
Attualmente poi Luca Rosetti, a bordo del suo nuovo Class 40 Maccaferri Futura, ha integrato l’aspetto della raccolta dati in mare nel suo nuovo progetto, aggiungendosi agli sforzi compiuti da altri skipper in questo senso, come alcuni che partecipano alla The Ocean Race, giro del mondo a tappe e in equipaggio a bordo di Imoca che nel suo prossimo tour europeo toccherà anche Genova.
Per cinque giorni Nizza sarà quindi al centro del mondo per scambiare dati scientifici, discutere iniziative, trovare fondi e creare collaborazioni per conservare e proteggere uno dei beni comuni più importanti dell’umanità: l’oceano.
Argomenti: ambiente-&-sostenibilità, mare, meteo, vela