La sudafricana Kirsten Neuschäfer vince la Golden Globe Race: era l’unica donna in gara

Dopo 235 giorni in mare in solitario intorno al mondo, vince l’unica donna iscritta alla regata Golden Globe Race

2 May 2023 | di Francesca Pradelli

Lo scorso 4 settembre 16 velisti lasciavano Les Sables d’Olonne, in Francia, per partecipare alla Golden Globe Race, giro del mondo in solitario, senza scalo, senza assistenza e senza tecnologia. Giovedì 27 aprile alle 21.47, dopo 235 giorni di navigazione, la velista sudafricana Kirsten Neuschäfer, a bordo del suo “CG 36 Minnehahaha“, ha tagliato per prima la linea d’arrivo, entrando nella storia come la prima donna a compiere quest’impresa. Una storia che emoziona e accende gli spiriti degli avventurosi e dei sognatori. Un monito a perseguire con tenacia i propri desideri.

Dalle foto, dalle interviste e dai video, la 40enne sudafricana emana una grande calma, una perseveranza ferrea. Il suo sguardo profondo e il suo sorriso mite mostrano un entusiasmo realistico, fatto di timori e un forte desiderio di superarli, di sete di avventura e una grande determinazione a compiere tutti i piccoli passi necessari a saziare quel desiderio. “Non ho mai avuto veramente paura – ha spiegato Kirsten Neuschäfer – o pensato che la mia vita fosse in pericolo. Io attraverso e vivo la vita con un entusiasmo forse incosciente. Lo faccio con il cuore e quindi non penso alla morte”. La sudafricana non è nuova alle avventure epiche. Anzi, sono il motore che guidano la sua vita sin da giovanissima. A 22 anni, infatti, ha attraversato l’Africa in bicicletta da Nord a Sud, da sola. Quando è tornata, è diventata una skipper professionista e da allora naviga ovunque, incluso l’Oceano Antartico.

Durante la Golden Globe Race, Kirsten ha cominciato a far parlare di sé quando ha circumnavigato il Capo di Buona Speranza in seconda posizione, dopo una risalita della classifica a colpi di traiettorie perfette, mentre molti dei favoriti hanno abbandonato la corsa a causa di avarie a bordo. Entrata nell’Oceano Indiano, Kirsten ha salvato un altro concorrente della regata, Tapio Lehtinen, la cui barca “Asteria” era affondata qualche ora prima. Il tempo di un rum insieme e Tapio è stato poi recuperato da un cargo venuto a prestargli soccorso, mentre Kirsten ha potuto proseguire la sua corsa arrivando prima a Capo Horn, con oltre due giorni di vantaggio dal suo diretto rivale, l’indiano Abhilash Tomy. La notte in cui a Le Sables d’Olonne ha tagliato il traguardo da vincitrice, ha dormito ancora a bordo della sua barca “perché – ha sottolineato – è il mio rifugio, la mia casa, lo è stata per tutti questi mesi”.

La Golden Globe Race è una regata senza paragoni al giorno d’oggi, fatta di barche a vela sempre più performanti e tecnologiche. Il concetto è semplice: circumnavigare il globo come nel 1968, anno in cui si corse la prima regata intorno al mondo indetta dal Sunday Times, che fece conoscere al pubblico internazionale Bernard Moitessier e Sir Robin Knox Johnston, l’inglese che per primo la vinse. Ciò significa navigare su barche di serie fra i 32 e i 36 piedi, costruite prima del 1988, prive di tecnologie moderne e aiuti alla navigazione come GPS, piloti automatici e informazioni meteo satellitari. Soli, anzi insieme al proprio scafo, navigando per 30mila miglia intorno ai capi di Buona Speranza (Sud Africa), Leeuwin (Australia) e Horn (Sud America). Una grande avventura umana e sportiva, che riporta tutto all’essenziale: una barca, un essere umano, l’oceano.

 

Francesca Pradelli

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2 commenti

  1. Vito says:

    Great!

  2. Franco Bertozzi says:

    Correggere per favore ” fra i 32 ei 36 metri” in
    fra i 32 e i 36 Piedi
    non è solo una svista, è una cosa contro lo spirito della regata.

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