Un film al mare – L’Albatros, una storia di formazione

Questa volta parliamo di un film che racconta la vicenda di un gruppo di ragazzi che affronta un viaggio in mare che li vedrà confrontarsi con una dura tempesta

Tornano i consigli cinematografici di nientepopcorn.it , questa volta con un film che affronta la tematica del viaggio e del confronto tra l’uomo e gli elementi naturali. L’albatros – Oltre la tempesta (1996), diretto da Ridley Scott, si ispira ad una vicenda realmente accaduta negli Stati Uniti a cavallo tra il 1960 e il 1961.

Un gruppo di adolescenti si iscrive alla Ocean Academy e si imbarca sull’Albatros, un affascinante brigantino: durante l’anno trascorso sull’imbarcazione, attraversando i mari del Caribe, i ragazzi impareranno la vita del vero lupo di mare, scopriranno l’etica del gruppo e sosterranno anche gli esami scolastici necessari per essere ammessi all’università.

 

Il comandante del veliero è Christopher Sheldon (Jeff Bridges), un uomo tenace e roccioso che ha sfidato il mare molte volte, portando sempre a casa la pelle.

La vita a bordo è fatta di regole precise: non rispettarle significa mettere a repentaglio la vita di tutto l’equipaggio. Perciò, l’esperienza sull’Albatros servirà ai ragazzi per maturare e temprare il proprio carattere nell’ottica di una vita comunitaria, fatta di sacrifici, ma anche di grandi soddisfazioni nate dall’aver saputo mettere in pratica le proprie conoscenze e la propria autodisciplina.

 

Quando il viaggio sta per volgere al termine ed i ragazzi hanno ormai stretto profonde amicizie e hanno colto il significato dell’esperienza sull’Albatros, un’impressionante tempesta coglie impreparato il brigantino, mettendo a rischio la vita di tutta la ciurma.

 

IL VIAGGIO COME PERCORSO INIZIATICO

La descrizione fatta da Scott della vita a bordo dell’Albatros è pittoresca ed affascinante, ricca di termini tecnici e punteggiata da continue iniziazioni dei ragazzi ai vari aspetti della filosofia marinaresca, su cui troneggia il concetto di unità (“Dove va uno, vanno tutti”): quelli che, fino a pochi mesi prima, erano ragazzini insicuri e viziati, torneranno in famiglia temprati come veri uomini.

 

Tra le scene più convincenti del film (da cui deriva il titolo originale del film “White Squall”, cioé “onda anomala”), c’è quella della spaventosa tempesta che, inclinando pericolosamente il veliero e spezzando uno degli alberi, getta in mare l’equipaggio.

Per il resto, dal punto di vista cinematografico, il film di Scott pecca di un’abbondante retorica maschia e yankee, in cui l’aspetto pedagogico del viaggio inteso come percorso iniziatico viene ribadito più volte in maniera lineare e pedante, al punto da appiattire tutti i personaggi, rendendoli indistinguibili l’uno dall’altro, in un magma di pedicelli e frustrazioni vinte: il senso dell’avventura legato all’impresa in mare, necessaria nei tempi andati per motivi commerciali o politici, qui assume un valore quasi ludico fine a sé stesso, esclusivo ed élitario (il viaggio è riservato a rampolli della media borghesia statunitense).

 

Tacciamo sulla conclusione del film, sia per non rovinarvi completamente la sorpresa qualora desideriate vedere il film, sia per non reiterare le nostre critiche alla retorica a stelle e strisce che, nelle sequenze finali della pellicola, tocca altissimi apici.

 

L’ALBATROS – OLTRE LA TEMPESTA (White Squall), 1996

Scheda-film su Nientepopcorn.it: http://www.nientepopcorn.it/film/white-squall/

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=pNfx6Iluw58

 

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