Sono davvero pericolosi gli squali?

Dall’uscita del celebre film di Spielberg in poi, questi animali sono stati oggetto di una caccia feroce che li ha portati vicino all’estinzione

A chi ha avuto la fortuna di immergersi nelle azzurre acque del mar Rosso o in quelle altrettanto azzurre dei Caraibi sarà sicuramente capitato di imbattersi in qualche squalo. Solitamente questi animali sono poco incuriositi dai subacquei e si mantengono alla giusta distanza, continuando a farsi, come si suol dire, gli affari propri, evitando di darci un’eccessiva confidenza.

Nei tratti di mare in cui questi incontri sono più frequenti, le guide comunque non trascurano mai di mettere sull’avviso i sub, consigliando loro di non farsi prendere dal panico e godersi l’avventura, magari con la giusta accortezza di tenersi vicino al reef o alla parete, perché gli squali attaccano solo prede che nuotano in acque libere.

Le guide raccomandano anche di non rincorrerli e di evitare di prenderli per le pinne! E pure di non prenderli a… pugni sul naso, che qualche sito internet spaccia come una “efficace tecnica difensiva”. Vi sembrerà impossibile, ma tutte le guide con le quali ho parlato mi hanno assicurato che ci sono sub che si comportano proprio così! Fatto sta che l’incontro con uno o più di questi prodigiosi animali che pinneggiano nell’azzurro infinito con il portamento di sovrani dei mari, è una delle avventure più emozionanti che un subacqueo possa vivere. 

IN 150 ANNI 6 MILA ATTACCHI MA POCHISSIMI MORTALI

Ma questi animali dalla fama sinistra sono davvero pericolosi per noi? In rete si trova un aggiornatissimo database, il Global Shark Attack File, che riporta tutti gli attacchi agli esserti umani (non solo ai sub ma anche a nuotatori, pescatori o persone cadute accidentalmente in acqua) dal 1845 ad oggi. Sempre in questo interessante sito che copre tutti i mari del mondo, è possibile scaricare un file Excel che riporta uno per uno questi incidenti, specificando il luogo, il nome del malcapitato, i danni subiti, la fonte di provenienza dell’informazione e altri dati ancora.

Complessivamente gli episodi di aggressione agli esseri umani riportati in questo database sono circa 6 mila. Il picco degli attacchi si è verificato tra gli anni 2010 e il 2020. Il numero massimo è stato riscontrato nel 2015, con 143 attacchi. Nell’hit parade dei Paesi i cui mari sono più a rischio, troviamo l’Australia, seguita dagli Stati Uniti e dal Sud Africa.

In tutto il pianeta, nel corso del 2022, per fare un esempio, le aggressioni agli esseri umani sono state in tutto 98. Un numero impressionante? No. Perché il database conteggia tutti gli attacchi, anche quelli che si risolvono solo con una grossa paura e senza danni fisici rilevanti. Sono pochissimi i casi in cui l’aggressione causa la morte della vittima. Anche in questo caso, il mare più pericoloso rimane sempre quello dell’Australia dove si registra una media, calcolata negli ultimi vent’anni, di circa due persone uccise dagli squali all’anno. 

LE SCUSE DI SPIELBERG

Va anche sottolineato che gli incidenti registrati nelle cronache dei mass media di tutto il mondo sono aumentati in maniera quasi esponenziale a partire da metà degli anni ’70. Questo, secondo alcuni analisti, va messo in relazione col grande successo del film “Lo Squalo”, del regista Steven Spielberg. Insomma, gli attacchi degli squali che prima non si guadagnavano due righe nella cronaca locale, a meno che non ci scappasse la vittima, dopo l’uscita del film, nel ’75, sono diventati notizie da prima pagina! Di conseguenza lo squalo è diventato nel nostro immaginario quel terrificante mostro dei mari che ha fatto sobbalzare sulla sedia intere generazioni di cinefili. 

E’ anche per questo che recentemente il regista americano si è scusato pubblicamente con questi troppo calunniati animali marini. “Sono davvero dispiaciuto – ha dichiarato Spielberg in una intervista alla BBC – per aver alimentato la paura nei confronti degli squali  Non ho paura di essere aggredito da uno squalo quando vado al mare, ma temo che gli squali in qualche modo ce l’abbiano con me per aver scatenato i pescatori con il mio film”.

Film che tra l’altro è stato seguito dagli immancabili sequel e da altre pellicole horror che non si sono fatte scrupolo di dipingerli come sanguinarie macchine di morte. Il risultato è che proprio a partire dagli anni ’80, gli squali sono stati vittime di una caccia feroce che, unitamente ai ben noti problemi di inquinamento e di impoverimento dei nostri mari, li hanno fatti entrare nel numero delle specie a rischio di estinzione. A conti fatti, non sono gli squali ad essere pericolosi per noi, ma siamo noi un pericolo per gli squali. 

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