QUIZ di superstizioni, leggende e credenze marinare – Perchè si dice che cambiare il nome di una barca porti male? Ecco le vostre (e le nostre!) risposte

Martedì vi abbiamo posto la decima domanda della nostra serie di “quiz”: perchè si dice che porti male cambiare il nome di una barca? “. Non sono tardate ad arrivare le vostre risposte, sempre fantasiose e interessanti!

 

LE VOSTRE RISPOSTE

Giti  ci racconta una bellissima versione, “storica”: “quando ero piccola, mio papà mi spiegava cosi: l’ultima doga o la polena, veniva portata in chiesa x essere battezzata con il nome dato, si metteva a prua la polena e a poppa il nome, essendo l’unica donna a bordo, se le cambiavi il nome, per gelosia ti mandava a picco la nave, la stessa, se imbarcavi una donna.” E questa versione piace a Roberto, il quale quota “ quello che dice l’esperta “GITI” da vecchio velista so anch’io una spiegazione simile…..”. Giti fa il bis di consensi con il comment di Beppe: “concordo con il racconto del Papa’ di Giti e aggiungo che la madrina designata a “battezzare” il varo, deve avere nome diverso e non riferibile al nome scelto per la barca per la quale si festeggia”.

 

LA (NOSTRA) VERITA’

La credenza secondo cui porta sfortuna cambiare nome a una barca, è una delle superstizioni con più versioni che circolano fra porti e banchine di tutto il mondo . Quella che ci racconta il Papà di Giti è un’interpretazione molto bella, che non conoscevamo: grazie!

La (nostra) verità vuole che ogni barca abbia un’anima e  che il nome, che tale anima incarna, sia inserito in un libro tenuto dagli dei del mare, che permette di riconoscerla ovunque essa navighi.  Secondo altri, invece, cambiando nome ad una barca si ingannano i marina esperti che di questa ne conoscono pregi e difetti, I quali magari si imbarcano , ignari, su una barca che ha rischiato di affondare più volte.

 

Detto questo, se è proprio necessario cambiare nome ad una barca, lo si può fare, ma a patto che si seguano degli accorgimenti….

In primo luogo, si dice che ogni barca abbia un serpente che la segue perennemente (cioè la sua scia): per ribattezzare una barca senza attirarsi le ire di Nettuno, bisognerà uccidere il serpente, tagliandolo (almeno) tre volte. Il giorno del battesimo si dovrà uscire in mare accompagnati da una barca amica e dimostrare alle divinità del mare che la storia della barca si interrompe, per ricominciare con una nuova sequenza di vita.

Dopo aver ubriacato il proprio serpente versando da poppa del vino, la barca amica dovrà tagliare la nostra scia, quanto più vicino possibile alla nostra poppa, per almeno tre volte, per essere così sicuro di aver ucciso il serpente. A questo punto sarà possibile ribattezzare la barca: dopo aver invocato le divinità del mare, bisognerà pronunciare queste parole:

 

“A nome di tutti quelli che hanno navigato su questa barca nel passato e a nome di tutti quelli che monteranno a bordo d’ora in avanti, noi invochiamo gli antichi Dei dei venti e dei mari.

Oh potente Nettuno, re di tutto quello che c’è sopra e sotto il mare, Oh potente Eolo, guardiano dei venti e di tutto ciò che essi muovono, noi vi rendiamo grazie di aver permesso a questa barca di arrivare fino ad oggi sana e salva, di averle accordato rifugio dalle tempeste e di averle fatto trovare buoni venti e bei mari.

Oggi, vi imploriamo umilmente che il nome “(vecchio nome)” sia cancellato dai vostri grandi registri , affinché questa barca vi possa essere presentata con un nome nuovo, sia riconosciuta e riceva gli stessi privilegi e le stesse protezioni che nella sua esistenza passata”.

 

 

Francesca Pradelli

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3 commenti

  1. Francesca Pradelli says:

    Caro Piero, dicci: cosa non ti convince?

  2. PIERO says:

    COME DI DICE …UN MARE DI CAZZATE…………

  3. Wanda says:

    Deliziose storie che danno un’anima alle acque di tutto l’orbe creando un legame meraviglioso e indistruttibile tra uomo e natura

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