Una cattura inaspettata: la pesca alla corvina

Dalla riva risulta molto difficile da attuare ma non impossibile. Ecco tutti i segreti della pesca alla corvina

Il mare è una forza della natura dalle mille risorse. Ogni volta che si va a pesca, si parte con mille pensieri e convinzioni riguardo a quali pesci andare a cercare, in base anche alle pescate precedenti. Tuttavia c’è sempre una variabile legata al caso, che talvolta ci porta ad effettuare catture piuttosto insolite. Un esempio è sicuramente la pesca alla corvina.

Pesca alla corvina: dove e quando

La convinzione secondo cui pescare una corvina con la canna da pesca sia molto difficile sta nel fatto che si tratta di un pesce che vive nella penombra di cavità tra le rocce particolarmente nascoste, lontano da occhi indiscreti. Qui la corvina, in piccoli branchi, stabilisce la propria tana e vi rimane per tutto il giorno, uscendo allo scoperto soltanto al calar del sole.

Perché l’impresa abbia successo è necessario insidiarla nelle aree in cui vi siano prove della sua presenza. Il momento più opportuno è a partire dal tramonto, in zone esclusivamente rocciose sin dalla riva, visto che si andrà a lanciare a non oltre 15 metri di distanza. Si consiglia di scegliere una postazione comoda a portata di guadino, meglio se rialzata, per rimanere più verticali possibili e non avere problemi di movimento in caso di spiacevoli incagli o fughe del pesce.

Attrezzatura necessaria

Dal momento che la nostra battuta di pesca si svolgerà in assenza di luce, sarà necessario dotarsi di una lampada frontale e di uno starlight, da posizionare sulla cima della canna per segnalare le abboccate. Una delle regole fondamentali nella pesca alla corvina è non abbassare mai la concentrazione, perché le abboccate saranno rapide e intense, così come dovrà esserlo la nostra risposta.

Non sono richiesti particolari attrezzi ma si consiglia l’impiego di una canna della lunghezza di circa 4 metri con cimino robusto e di un mulinello di taglia 4000 con lenza madre 0,25. Per la montatura risulterà indispensabile utilizzare del piombo temolino (20 grammi sarà più che sufficiente), una soluzione vincente per pescare in mezzo alle rocce senza incagliarsi. Per quanto riguarda il terminale, invece, un buon fluorocarbon 0,22 resisterà maggiormente alle abrasioni, mentre per l’amo si consiglia un n.8 gambo corto.

L’esca

La corvina è un pesce che si nutre generalmente di crostacei e molluschi ma anche di piccoli pesci azzurri. Le esche più economiche che si possono impiegare nella pesca alla corvina sono mitili sgusciati, granchi, gamberi oppure totani e seppie tagliati a strisce. In alternativa si possono utilizzare anellidi, quali coreani, americani e bibi. Quest’ultimo è il più indicato, in quanto più robusto rispetto agli altri: in questo modo, l’esca verrà preservata dai ripetuti attacchi della minutaglia, che in ambiente roccioso è presente in maniera consistente.

Le differenze: ombrina o corvina?

Spesso tra i pescatori accade che una corvina venga scambiata per un’ombrina, molto simile per aspetto. In realtà la loro somiglianza finisce qui: infatti, mentre le corvine sono pesci prettamente di scoglio, le ombrine prediligono zone di sabbia e fango, come le mormore e le orate. L’unico aspetto che accomuna questi due pesci, dunque, è il fatto che sono entrambi notturni.

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