TAG Heuer VelaFestival: assegnati i premi del Velista dell'Anno 2013

Grande serata ieri al Tag Heuer Vela Festival di Livorno: premiati il Velista dell’anno 2013 Max Sirena, Alberto Bona, Carlo Fracassoli e Roberto Grippi. A Pelaschier il “Leone del Mare”

22 March 2013 | di Redazione Daily Nautica

Una grande serata ieri per celebrare cinque grandi velisti. Come premio per il VELISTA DELL’ANNO 2013 un orologio TAG Heuer Aquaracer 500M Calibre 5 automatic con cassa in titanio, assegnato a Max Sirena, ad Alberto Bona vincitore del premio TAG Heuer Passion, Carlo Fracassoli per TAG Heuer High Performance, Roberto Grippi per TAG Heuer Innovation. A Mauro Pelaschier, con il Premio alla carriera “Leone del mare”, gli sarà consegnato l’orologio simbolo della manifestazione: TAG Heuer Aquaracer 500M Cal 72 Chronograph con funzione di countdown.

 

I PREMIATI

 

MAX SIRENA

Max Sirena è il Velista dell’anno TAG Heuer 2013. La sua è una di quelle storie che siamo abituati a vedere al cinema o a leggere nelle righe di un romanzo. Il suo personaggio piace al grande pubblico, perché è la prova che nella vela tutto può succedere. Figlio di albergatori riminesi, il primo incontro con il mondo della vela avviene a 8 anni in una scuola di windsurf nella spiaggia vicino acasa. Max Sirena capisce che stare in mare gli piace e a 14 anni scopre le barche. Ha 11 anni quando nel 1983 si innamora dell’avventura di Azzurra e 20 quando segue le regate del Moro di Venezia e inizia a sognare l’America’s Cup. Un giorno incontra una persona che aveva fatto parte dell’equipaggio del Moro di Venezia che gli dice: “Tu Max sei troppo piccolo fisicamente per fare la Coppa America, non riuscirai mai”. Questa frase gli fa scattare la voglia di riuscire, a tutti i costi. Memorabile è l’incontro con Patrizio Bertelli, patron di Luna Rossa, nel 1995 quando Max Sirena viene chiamato per fare degli allenamenti sul Nyala, la barca d’epoca di 20 metri dell’ad di Prada. Erano a Porto Santo Stefano e Sirena non aveva mai visto Bertelli in vita sua, non sapeva nemmeno chi fosse. Mentre ormeggia la barca in un silenzio irreale sente una persona parlare ad alta voce, in maniera molto concitata. Si gira e gli dice “Che cazzo urli?” e l’altro “Ma tu chi sei?”. Era ovviamente Patrizio Bertelli che guardando Max Sirena conclude: “Io e te o diventiamo grandi amici o ti licenzio stasera, ci devo pensare un attimo”. Sono diventati grandi amici. Nel 1997 Max Sirena è con il Team di Luna Rossa dal primo giorno, quando a Punta Ala arrivano gli scafi comprati da America 3 per i primi allenamenti. Nel 2000 (anno della vittoria della Louis Vuitton Cup) e nel 2003 è in Nuova Zelanda e nel 2007 Valencia: nelle prime tre campagne con Luna Rossa era uomo di prua, oggi è lo skipper, il capitano, il condottiero; rispettato da tutto quell’equipaggio che per anni l’ha visto soffrire e faticare a prua. Come dire, Max Sirena è uno che questo posto se l’è guadagnato e meritato. Senza dimenticare che una Coppa America l’ha anche vinta, nel 2010, come responsabile dell’albero alare del trimarano BMW Oracle Racing nella sfida contro Alinghi. Ma non è finita, ora la Coppa America la vuole portare in Italia con la sua Luna Rossa. ALBERTO BONA Nato a Torino il 9 maggio 1986, scopre la vela da giovanissimo navigando sulla barca di famiglia. Dopo aver acquisito i fondamentali sulle derive si avvicina presto alle regate sui cabinati e alla navigazione alturiera, dove matura esperienza anche in ambito lavorativo portando avanti in concomitanza gli studi universitari conclusi nel 2011. Dopo tanti anni di regate in Mediterraneo e Atlantico sceglie di dedicarsi alle regate oceaniche, navigando dal 2010 sui Minitransat. Oggi si sta preparando in vista della prossima Transat 6,50. A 19 anni si costruisce da solo una barchetta di due metri e mezzo e sempre da solo attraversa il Tirreno, da La Spezia alla Corsica. Comincia qui la vita da marinaio di Alberto Bona, 26 anni, vincitore del premio speciale TAG Heuer Passion. Piace la storia di questo ragazzo torinese dalla faccia pulita che si permette di vincere con i microscopici minitransat (sei metri e mezzo) la Mini Barcellona, da Barcellona a Minorca battendo avversari più titolati. Si è addirittura ristrutturato con le sua mani una barca di alluminio di 13 metri con cui ha girato per un anno per tutto il Mediterraneo. Ora vuole vincere la prossima Mini Transat in solitario. La tempra non gli manca. E neppure l’umiltà.

 

CARLO FRACASSOLI

34 anni specialista delle classi monotipo. Nel 2013 ha vinto il Mondiale Melges 24, il più importante di questa categoria di barche, dopo quelli delle classi olimpiche. Velaio, velista, timoniere, Carlo Fracassoli è il velista ad alto tasso tecnologico emergente della vela italiana. Nel 2012 Fracassoli ha vinto il Mondiale Melges 24, il più importante dopo quelli delle classi olimpiche con Gullisara battendo 124 rivali di 22 nazioni nell’ultima prova. Le vele che usa se le progetta e taglia lui con la sua veleria. Ma la sua passione per la vela non lo ha distolto dagli studi, è laureato in design al Politecnico di Milano e ha iniziato ad andare in barca sugli Optimist.

 

ROBERTO GRIPPI

53 anni dirigente di diverse industrie, si occupa adesso di manutenzioni industriali e costruzioni in composito avanzate, con uno spiccato profilo alla ricerca ed allo sviluppo di criteri operativi innovativi. Oggi è il Team Manager di Challenge Italia, ed è imbarcato nel progetto del Campionato Mondiale della Classe C, noto pure come Piccola Coppa America, che si terrà nel 2013 in Inghilterra. Challenge Italia gareggerà per i colori del Circolo Canottieri “Roggero di Lauria”, il prestigioso circolo palermitano che con i suoi atleti eccelle a livello internazionale.

 

MAURO PELASCHIER

È difficile trovare le parole per presentare Mauro Pelaschier. Il suo è un destino segnato fin dalla nascita, avvenuta in un circolo velico. Poi i successi in mare, dal Finn alla Coppa America al timone della mitica Azzurra, dai match race alle regate transoceaniche, senza mai dimenticare la sua vera passione, la “sua vela”: le barche d’epoca, il legno. Una carriera indimenticabile, una marinaio a 360 gradi, che della sua barca conosce tutto fin dalle fasi di costruzione. Un campione cresciuto tra il profumo della salsedine e quello del legno del cantiere di famiglia, un olimpionico nato per vincere. La sua è una cultura nautica completa, un sapere per il quale il velista deve sapere fare tutto, non è un tecnico specialista. Naso, talento, intuito, umiltà, “manico” come si dice in gergo. Tutto questo lo ha portato a vincere su tutti i campi di regata: non ha avuto rivali nei match race, al timone di Azzurra ha portato l’equipaggio italiano a un ottimo terzo posto all’America’s Cup di Newport nel 1983, ha partecipato alla Whitebread Round The World Race, per citare solo alcune delle sue imprese. Mauro Pelaschier è il Leone del Mare del TAG Heuer VelaFestival per tutti i suoi successi ma soprattutto per la sua grande passione che trasmette con gli occhi e con il sorriso quando parla di barche a vela. Ha scelto il nostro giornale per lanciare un messaggio importante rivolto ai quei giovani che della vela sognano di fare un mestiere. A questi ragazzi consiglia di intraprendere in parallelo due strade: quella delle regate e quella della realizzazione professionale in una specialità inerente all’ambito della nautica, frequentando scuole come quella di Southampton o La Spezia. Questa è secondo lui la strada per fare delle vela una professione completa, perché permette ai giovani di mantenersi e dà loro la possibilità di portare avanti i loro sogni. Quella in compagnia di Mauro Pelaschier sarà una serata imperdibile per rendere un giusto omaggio a un vero professionista che ha lasciato un segno indelebile nel mondo della vela e che siamo sicuri ne lascerà altri ancora nel futuro.

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