SPECIALE PESCA – Surfcasting estivo tra le onde

La fine di una mareggiata estiva è il momento giusto per tentare la fortuna e sperare di catturare qualche bel pesce: tecnica e attrezzatura dovranno però fare i conti con l'onda

18 July 2012 | di Redazione Daily Nautica

La stagione estiva come in molti sanno non è la migliore per praticare il surfcasting, ma il caldo e la voglia di stare in spiaggia tuttavia possono spingere il pescatore sportivo a frequentare in notturna le spiagge dei litorali in cerca di qualche rara preda. Contrariamente al pensiero comune riteniamo che anche i mesi estivi possano regalare qualche soddisfazione a patto che si vadano a ricercare le condizioni meteo adatte e si vada a pesca con le tecniche adeguate. La possibilità di “catture di una notte di mezza estate” c’è eccome: preparate amo e filo perché gustosi bottini sono alla portata di tutti!

 

Condizioni meteo

Nel periodo estivo il pesce è riluttante ad avvicinarsi alle spiagge a causa del rumore dei bagnanti. Le ore notturne sono una parziale eccezione ma la difficoltà di trovare qualche preda resta lo stesso. Bisognerà allora aspettare una bella mareggiata, possibilissima anche nei mesi estivi, per tentare la fortuna. Il momento migliore per bagnare le vostre canne da surf sarà la scaduta, ovvero il momento in cui il mare dopo la mareggiata inizia a calmarsi.

Le onde hanno alzato dal fondo una grande quantità di detriti, situazione ideale per l’avvicinamento sotto costa dei grufolatori: saraghi, orate, mormore saranno le prede più probabili, ma attenzione perchè dove frange la schiuma arriva anche sua maestà la spigola.

 

Tecnica e attrezzature

Quando c’è onda non bisogna andare tanto per il sottile: canne potenti, in grado di lanciare anche 150g di piombo saranno obbligatorie per potere superare il gradino dove frange l’onda, metà obbligata se non vogliamo concludere la serata con un certo “cappotto”. E’ importante infatti superare con lanci anche di 100m l’ultima onda, perchè è oltre quell’ostacolo, dove il fondo fa uno scalino, che il pesce stazionerà. Per lanci a lunga gittata potremo aiutarci con l’impiego di un buon trecciato, tra lo 0.16 e lo 0.18, che con il suo diametro sottile ci aiuterà sia nel lancio che nell’azione di pesca trasmettendo in canna anche la minima tocca del pesce.

Dimentichiamo i tipi di montatura a due ami perché con l’onda sarebbero solo controproducenti e puntiamo su quelli singoli. Il re delle montature quando si pesca con corrente e turbolenza è lo short rovesciato, che garantisce una buona azione di pesca anche con onda formata. Se riteniamo che il moto ondoso è in sensibile calo possiamo optare invece per una montatura scorrevole, particolarmente adatte per insidiare le mormore. Per quanto riguarda il finale consigliamo di non scendere sotto lo 0.18, terminali troppo sottili non reggerebbero alla turbolenza provocando fastidiosissimi grovigli.

 

Le esche

I vermi di sangue sono particolarmente indicati, ma con onda consigliamo di scartare la fragile arenicola e puntare su esche più consistenti come americano, bibi o coreano. Soprattutto il bibi è particolarmente gradito dalle orate, maanche gli altri grufolatori non lo disdegnano. L’americano può insidiare le mormore, ma è un’ottima esca anche per la spigola se il nostro lancio raggiunge una zona di caccia del predatore. Infine consigliamo sempre di calare anche una canna con un tocchetto di sardina, in base al principio del “non si sa mai”, nella speranza di fare il colpaccio con un grosso branzino.

 

Mauro Giuffrè

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