
Porto di Imperia, restano i dubbi sul completamento dell'opera
Guido Corsi, direttore della Porto di Imperia S.p.A. a Genova per chiarire la vicenda del porto turistico
Durante una conferenza stampa tenutasi a Genova presso l’auditorium del Museo del Mare, la società Porto di Imperia S.p.A ha cercato di chiarire la complicata vicenda riguardante la costruzione del porto nella cittadina ligure. Il 5 marzo erano infatti finiti in manette l’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone, titolare della società Acquamare, e Carlo Conti, ex direttore della Porto di Imperia, con l’accusa di irregolarità e corruzione nella costruzione del nuovo porto turistico. Il rischio concreto che nelle ultime settimane ha fatto dormire sogni poco tranquilli ai clienti futuri della struttura, che hanno già acquistato i posti barca, è che il porto non venga completato e gli investitori debbano subire perdite onerose.
Come ha spiegato l’ingegnere Guido Corsi, attuale direttore generale della società, la Porto di Imperia ha convocato la stampa per fare chiarezza sulle gravi imprecisioni che nelle passate settimane sono state scritte sulla vicenda, su tutti quella riguardante lo stato del porto: la struttura di Imperia c’è e funziona, ha precisato l’ingegnere, e già da tempo sta erogando i suoi servizi per offrire un riparo sicuro alle barche che entrano in porto. Corsi è poi passato all’elogio della struttura, precisando che raramente in Italia in così poco tempo si vedono nascere infrastrutture di questo tipo: ma uno dei motivi per cui il Porto di Imperia rischia di essere bloccato è proprio la mancata consegna della struttura entro i termini prefissati.
La questione più spinosa, e anche la più complessa da chiarire, è il rapporto tra la Porto di Imperia S.p.A. e la società Acquamare di Francesco Bellavista Caltagirone, e soprattutto quali siano i ruoli di entrambe nella vicenda. Su questo punto Guido Corsi vuole essere preciso: la Porto di Imperia è la società che deve gestire il porto, quella che deve costruirlo è l’Acquamare, aggiungendo che già in passato le inadempienze di quest’ultima hanno causato seri problemi. La questione tuttavia non appare del tutto chiara.
Il primo dubbio riguarda proprio la composizione societaria: la Porto di Imperia è una società per azioni il cui 33% è detenuto dalla stessa Acquamare di Caltagirone. La Porto di Imperia sostiene che la colpa dei ritardi di costruzione è di Acquamare, che fa però parte di se stessa. L’intrigo è lungi dall’essere risolto.
L’ingegnere Corsi ha espresso la speranza che, nell’interesse di Imperia e quindi in quello dei cittadini, l’infrastruttura venga portata a termine dopo l’ottenimento di una proroga, a patto che Acquamare interrompa ogni attività e rinunci al contratto. “Lasciateci lavorare”, ha esclamato, menzionando anche il problema dei tanti lavoratori,oltre 400, che sono coinvolti nella realizzazione del porto e che un’eventuale chiusura manderebbe a casa. La proposta fatta dalla Porto di Imperia al Comune, già respinta, è che tramite gara pubblica venga individuato un nuovo costruttore per completare i lavori, dopo avere ottenuto una proroga per la consegna degli stessi. Quest’iniziativa dovrebbe garantire a chi ha già acquistato il posto barca di non perdere il proprio investimento, ma sull’intera vicenda pesano le decisioni della magistratura, che valuteranno anche le eventuali responsabilità della Porto di Imperia prima di decidere se riprendere i lavori o meno.
Interrogato dal pubblico sulla possibilità che Acquadimare non abbia onorato il prestito che le banche le hanno erogato per realizzare i lavori, e quindi sulla concreta ipotesi che operatori finanziari terzi possano rivendicare diritti di ipoteca sulle strutture già realizzate, Guido Corsi ha risposto che se un prestito c’è stato riguarda Acquadimare. I beni di quest’ultima a rischio, che poi sono anche della Porto di Imperia, sono le strutture del porto. L’interrogativo quindi, almeno in teoria, dovrebbe riguardare anche la società che l’ingegner Corsi rappresenta. Almeno in teoria. Misteri italiani.
Mauro Giuffrè
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