Only Blu, la soluzione per un turismo nautico “responsabile”

Abbiamo intervistato Medardo Bardo, titolare di Only Blu, giovane realtà nel mondo del charter “alternativo”. Ecco le sue opinioni, in alcuni casi originali e controcorrente, sul mondo della nautica

12 March 2012 | di Redazione Daily Nautica

Il charter come pretesto per un viaggio tra natura, storia e cultura. È questa la vision di Only Blu, una realtà giovane, dinamica e in continua evoluzione, che contando su barche di proprietà (questo consente di mantenere i costi più bassi rispetto a quelli che, sul mercato, sono praticati da coloro che hanno in gestione imbarcazioni altrui), è in grado di garantire navigazioni fuori dagli schemi tradizionali. Abbiamo raggiunto per una chiacchierata il titolare Medardo Bardo.

 

Medardo, questo è stato un periodo turbolento per la nautica. Cosa ne pensa della marcia indietro del Governo sulla tassa di stazionamento e la sua trasformazione in imposta sul possesso?

«Personalmente, ritengo ingiusto tassare beni di proprietà, ma il periodo richiede uno sforzo da parte di tutti. Rispetto alla prima bozza di tassa – e dobbiamo ringraziare l’Ucina e tutti gli operatori nautici che hanno fatto sentire a gran voce il proprio dissenso, ponendo critiche costruttive – si tratta di un’imposta molto più equa, sia per quanto riguarda le categorie di applicazione che i costi».

 

Anche il mondo del charter subirà una sorta di “liberalizzazione”. Anche i privati potranno affittare la propria barca (fino a 18 metri), pagando un’imposta unica del 20% sui proventi e a patto che i guadagni derivanti dal noleggio non superino i 30 mila euro lordi annui. Cosa ne pensa?

«Ritengo che sia una grande opportunità: va a regolarizzare un fenomeno che si verifica già da tempo, sfruttando le associazioni sportive dilettantistiche. Forse sarebbe stato più equo scaglionare gli importi basandosi sui parametri dell’imbarcazione: è ovvio che se affitto una barca di 18 metri arriverò a 30 mila euro molto prima che con un cabinato di 8».

 

Parliamo di Only Blu: come avete chiuso il 2011, annus horribilis del diporto?

«Siamo andati forte nei weekend, meno bene sulla crociera, che costituisce il nostro core business, ma contiamo in un 2012 migliore, siamo una società giovane. Attualmente il catamarano “Selavì” (un Bahia 46, frutto della matita di Joubert-Nivel) è impegnato alle Grenadine, fino ad aprile. “Tintaro” e “Ronik”, due monoscafi (sloop in vetroresina), sono a Genova e vengono utilizzati, fuori stagione, per i weekend nel Golfo del Tigullio, mentre d’estate navigano in Costa Azzurra. Abbiamo poi “Aquarius”, una meravigliosa goletta oceanica disegnata dallo studio milanese Giorgetti & Magrini verso la metà degli anni ’70: è equipaggiata in modo tale da navigare in piena autonomia, grazie a pannelli solari, dissalatore e gruppo elettrogeno. Adesso è in fase di restauro, ma tra luglio e agosto verrà utilizzata in Grecia».

 

Quella proposta da Only Blu non è una crociera di stampo “classico”.

«Assolutamente no. Cerchiamo di promuovere una sorta di turismo responsabile, offrendo itinerari nascosti e fuori dal turismo di massa, con finalità culturali, storiche e naturalistiche. Si troverà bene con noi chi nutra interesse per la flora e la fauna dei nostri mari: eseguiamo anche il monitoraggio dei cetacei».

 

I vostri clienti sono al 90% italiani. In Italia, secondo lei, quali misure si potrebbero adottare in favore del charter?

«Le aziende non dovrebbero chiudere due settimane d’estate, ma organizzare turni dei dipendenti. Il problema è solo questo: concentrando le vacanze in due settimane, il periodo di maggiore domanda è troppo breve (a volte non si è in grado di soddisfare l’offerta). Bisognerebbe sensibilizzare le realtà produttive in modo tale che la cultura del turismo del mare in agosto muoia, cercando di distribuire le ferie in tutti i mesi estivi».

 

Eugenio Ruocco

 

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