Invasione russo-cinese nel Mediterraneo

Continuano fino al 21 maggio le esercitazioni militari. Ma cosa c'è dietro? Come si stanno modificando gli equilibri politici tra Russia ed Europa?

18 May 2015 | di Redazione Daily Nautica

Navi russo-cinesi nel MediterraneoProseguono nel Mediterraneo le esercitazioni navali russo-cinesi, iniziate il 12 maggio e destinate a concludersi il 21 di questo mese, iniziative che hanno scatenato polemiche e clamore. Da Mosca si provano a placare gli animi: “Non sono dirette contro terzi e non sono correlate con la situazione politica della regione”, queste le parole del vice ministro della Difesa russa, Anatoly Antonov. Quello che colpisce, però, è che a solcare il mar Mediterraneo siano contemporaneamente le flotte russe e quelle cinesi: un nuovo passo in avanti per un accordo dagli ingombranti risvolti politici?
Prima un breve passo indietro. Lo scorso 9 maggio il capo del Cremlino ha festeggiato di fronte ad una parata imponente la vittoria della Russia sulla Germania nazista, l’ha fatto invitando circa 68 tra capi di stato e delegazioni, ma all’appello se ne sono presentati solo la metà: mancavano gli Stati Uniti e, soprattutto, non si è fatta vedere l’Europa: chiaro segno di un solco che ormai si sta tracciando.

 
L’esercitazione nel Mar Mediterraneo ne è la controprova, la dimostrazione di una relazione bilaterale che si sta ramificando in più settori, da quello economico a quello militare. Putin e Xi Jinping, Segretario Generale Cinese, hanno firmato un nuovo accordo energetico d’importanza storica: un’intesa che prevede la costruzione del gasdotto “Altai” che collegherà i giacimenti siberiani alla Cina, soddisfacendo, così, le esigenze energetiche del colosso asiatico e dando ossigeno all’economia russa.
Il consigliere di amministrazione di Gazprom, Alexei Miller, e il vicepresidente di China National Petroleum Corporation, Wang Donjin, hanno apposto la firma su un documento che attesta il passaggio di circa 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno per trenta anni, una cifra cui vanno aggiunti i 38 miliardi di metri cubi annui che Pechino riceverà e che rientrano nell’altro accordo firmato circa un anno fa.

 
Gas ottenuto al prezzo stracciato di 350/360 dollari al metro cubo, molti meno dei 380,5 che paga l’Europa, inoltre Putin aveva già sottolineato come l’interscambio con la Cina, ora pari a 88,8 miliardi di dollari, crescerà tanto da far immaginare un superamento del 2015 dei 100 miliardi e dei 200 nel 2020“: numeri ancora lontani dai livelli di scambio con l’Europa (nel 2014 si parlava di 370 miliardi), numeri però in continua ascesa.
Questioni energetiche ed ora anche l’esercitazione militare congiunta tra Russia e Cina, le relazioni europee con l’Est non sono mai state così difficili. La Russia si sta guardando attorno ed ha iniziato un percorso che l’ha avvicinata all’Asia, allontanandola dal Vecchio Continente, ora vedremo come si evolverà la situazione geopolitica.

 

Paolo Bellosta

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2 commenti

  1. wizzy70 says:

    Beh, non vedo perché ci sia da stupirsi… la nato fa esercitazioni i confini con la russia, vedi mar nero, e la Cina che deve fare, aspettare ad essere la prossima a cui preparano una bella frittata per poi cercare di farla fuori come stanno facendo con la russia… ma la gente non é mica scema o meglio gli idioti sono in america, che hanno mandato il mondo a puttane in 10 anni, ci sono guerre ovunque ed il medio oriente é un bordello… Comunque ieri il presidente Cinese ha dato ordine di aumentare le testate atomiche sui missili icbm, chiaro segnale agli usa di cominciare a farsi altamente i cazzi propri ed a quei rincoglioniti europei che cercano di destabilizzare la russia in tutti i modi e poi si danneggiano da soli. IL MALE VOLUTO NON E MAI TROPPO

  2. Mario Caponegro says:

    è tutto da ridere. Cosa vi aspettavate che l’Europa serva dell’America potesse prendere a calci nel culo la Russia con Putin e loro restassero accucciati e muti senza reagire? Sarà meglio che l’Europa cominci a ragionare con il suo cervello e non con quello di un ragazzotto abbronzato che fino ad ora ha fatto solo disastri, almeno in politica estera: vedi Siria, Egitto, Libia, Ucraina e fra non molto, se non lo mandano a casa alla svelta, disastra pure Israele.

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