Dal genio di Rivellini le barche che si trasformano in isole

Tutti i segreti dell'Evo V8, ultima creazione dello yacht designer napoletano e ammiraglia del brand Evo Yachts

22 February 2022 | di Gaetano Tappino

Una serie di particolari imbarcazioni del futuro, come dei transformers, si tramutano in spaziose e accoglienti isole dove trascorrere piacevoli giornate in mare, per poi ridiventare delle veloci e performanti imbarcazioni. Stiamo parlando del brand Evo Yachts, le cui imbarcazioni sono state progettate dallo studio dell’ingegnere Valerio Rivellini.

Le radici del famoso yacht designer affondano a Napoli, sua città natale, dove le bellezze della costa e del mare lo rapiscono fin da ragazzino e dove inizia a partecipare con successo alle regate della Classe Optimist, per poi proseguire con i Laser, arrivando alle massime vette della vela come istruttore e skipper, fino a diventare ingegnere navale.

Forte di una grande passione e vivendo il mare in tutte le sue forme, raggiunta la laurea può finalmente mettere a frutto la sua esperienza. Nel 2009 crea il suo personale studio di Engineering & Design, collaborando con molti cantieri nautici, tra cui Blu Emme Yachts, Gozzi Mimì e Italmarine.

Parallelamente progetta alcune barche custom, fornendo consulenza in tutti i comparti della nautica. Lasciando libera l’inventiva, progetta macchine da lavoro e biciclette in legno lamellare e carbonio, dedicando attenzione anche all’industrial e al car design: una creatività capace di tradursi in realtà tecnologica e stile, intraprendendo sfide in progetti dove la soluzione personalizzata è la principale componente.

Una rapida ascesa dello studio gli consente di cavalcare l’onda e arrivare nella grande nautica dei mega yacht, firmando nel 2021 due importanti progetti: uno yacht di 56 metri con l’affidabilità di un mezzo militare e l’accoglienza tipica dei più prestigiosi yacht ad uso personale e l’Evo V8, ammiraglia di 24 metri di Evo Yachts, brand di Blu Emme Yachts.

L’Evo V8 presenta svariati concept che consentono una trasformazione all’ancora con l’uso di un’automazione intuitiva governata per mezzo di un tablet che aziona le varie trasformazioni, facendo ampliare lo spazio a poppa, posizionando a livello del mare una piattaforma per l’accesso al mare, facendo emergere da sottocoperta il tender con una gruetta per raggiungere lo specchio di poppa e utilizzando altre funzioni accessorie. Per poi, una volta salpata l’ancora, far riprendere all’imbarcazione l’assetto iniziale che la contraddistingue, fornendo ai suoi passeggeri una comoda e stabile navigazione.

L’Evo V8 è stato plasmato con un design unico, che infonde al primo sguardo forza e sicurezza. Con una lunghezza di 23,71 metri fuori tutto come l’opera viva, al limite del passaggio a nave da diporto, e con una larghezza di tutto rispetto di 7,17 metri, è una costruzione in VTR, pregiato inox e materiali compositi per le realizzazioni custom, che può raggiungere una velocità massima di 24 nodi.

Spinta da due propulsori ad elica controrotanti con sistema IPS, amministrati da 2 Volvo Penta da 1350 cv, i due piedi garantiscono il completo controllo sia in planata che in manovra. Naturalmente l’elettronica di bordo è la più completa, intervenendo anche nella sorveglianza di ogni punto dell’imbarcazione. Sofisticati software consentono inoltre il mantenimento del punto nave desiderato, con un posizionamento georeferenziato. La produzione di tutta la forza energetica viene fornita da due gruppi elettrogeni da 19 kw ciascuno.

L’evoluzione dell’elettronica, i materiali costruttivi, i propulsori sempre più attenti all’ambiente e lo studio idrodinamico computerizzato dello scafo, sono gli ingredienti fondamentali per la realizzazione di future imbarcazioni, ma per creare il perfetto connubio sono sempre necessari l’ingegno e la fantasia evolutiva dell’uomo, elementi che l’ingegnere Valerio Rivellini ha fatto suoi nella vita lavorativa.

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