Da Italia Yachts le barche del “futuro”: il Ceo De Tullio presenta a LN il nuovo 20.98

La nostra intervista all'amministratore delegato di Italia Yachts, uno dei marchi di riferimento nel panorama degli yacht di alta gamma

11 February 2022 | di Andrea Henriquet

Italia Yachts, uno dei marchi di riferimento nel panorama degli yacht di alta gamma, che conta oggi ben 150 barche che navigano in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, Australia, Cina, Hong Kong ed Europa,  nasce nel 2011 in un periodo sicuramente difficile per l’economia in generale e per la nautica in particolare, cercando di intercettare un mercato competente, ambizioso e ricettivo nei confronti delle novità e della qualità.

Dal confronto con l’amministratore delegato Daniele De Tullio, che ci ha presentato il nuovo 20.98, un Mini Maxi che amplia la gamma di Italia Yachts verso l’alto, traspare tutta la passione per il navigare e per una visione del futuro sempre rivolta ad una crescita davvero a 360 gradi, dove tecnologia, innovazione e ricerca possano essere funzionali sia ad una performance di navigazione che ad una sensibilità sulla sostenibilità ambientale non di facciata ma concreta.

Daniele De Tullio vuole, infatti, una barca che “vinca in mare” e non in banchina, per soddisfare le importanti aspettative che ha un armatore moderno e competente.  De Tullio, che rappresenta la proprietà di Italia Yachts della famiglia Vitulano, ha 41 anni e dal 1 gennaio di quest’anno è CEO della società, incarico assegnatogli grazie all’impegno dimostrato in cantiere negli ultimi 4 anni.

Come definiresti in poche parole i valori identitari del cantiere Italia Yachts?

Design, qualità, tecnologia e performance. Sono questi i punti cardine dell’intera produzione IY, dalla piccola IY 9.98 al Mini Maxi. Partiamo dal design perché l’impatto visivo è importante e gli IY, con la loro linea classicamente moderna, sono riconoscibili in mezzo a mille barche. Abbiamo recentemente implementato la nostra struttura operativa per fare i passi avanti necessari a garantire la stessa qualità su ogni singola imbarcazione, affinché vengano rispettati e ripetuti gli standard dalla più piccola alla più grande.

Operiamo inoltre con società come Linset e Corset, collegate all’Università delle Marche, per lo sviluppo della tecnologia dello scafo e delle strutture, con la Indeco e il Politecnico di Bari per lo sviluppo della meccanica  e per il funzionamento di impianti e strutture e con Advanced Sport, Engineering Lab di Giorgio Provinciali, per le matematiche e l’idrodinamica del disegno dello scafo.

Grazie ad un sistema ad ultrasuoni gli scafi di IY sono certificati e controllabili con dispositivi di bordo, grazie ai quali si può risalire allo storico e a tutta una serie di informazioni utili per verificarne lo stato in tempo reale. Ecco, crediamo che l’esperienza debba andare di pari passo alla tecnologia per creare un qualcosa che abbia un valore diverso e che dia continuità alla condizione tecnologica in cui un armatore vive ogni giorno.

I risultati, poi, si vedono anche sui campi di regata. Il cantiere nasce con un’anima che strizza l’occhio alla competizione e, pur dedicando molte attenzioni, anzi un’intera linea, a chi sceglie la barca per la crociera, negli ultimi anni non abbiamo lasciato molti premi e trofei sui campi di regata. Dai titoli mondiali, europei ed italiani, all’overall dell’ultima Tre Golfi e alle vittorie nella appena terminata Key West, possiamo dire che raccogliamo consensi insieme ai nostri armatori.

Da dove nasce la spinta verso imbarcazioni sempre più grandi? Dall’esigenza degli armatori di aumentare le comodità interne, dalla voglia di dimostrare uno status, dal desiderio di navigazioni più importanti?

Crediamo che sia giunto il momento di offrire agli armatori che hanno scelto di navigare con un IY, non ultimo Jeffrey Kennedy, che negli Usa ha appena acquistato il suo secondo IY, di poter crescere con noi se lo desiderano. Le motivazioni per cui un armatore si dirige verso una barca più grande sono diverse, principalmente la voglia di passare più tempo in barca e di farlo nel migliore dei modi. Spesso anche di potersi spingere un po’ più in là degli orizzonti fino a quel momento esplorati e solcare mari diversi.

C’è, poi, chi pensa ad un Mini Maxi per entrare in uno dei circuiti di regate più interessanti, sfidanti, divertenti. In ogni caso chi si avvicina a questo tipo di barche non è certo un neofita ma un armatore preparato in cerca della barca che soddisfi le sue aspettative in termini di navigazione, stabilità, comodità e, perché no, velocità. Credo che un Mini Maxi, ancora più delle altre barche, debba rappresentare tutte queste doti, racchiuse in 21 metri.

Chi sceglie un 21 metri oggi? Armatori competenti o amanti del lusso?

Le due cose non si escludono vicendevolmente. Diciamo che anche l’armatore alla ricerca del lusso, oggi, è competente e sa quello che vuole dalla propria imbarcazione. Certamente ha avuto modo di vedere molte barche e sicuramente si è documentato sul cantiere e sulle imbarcazioni prodotte.

Una scelta in questo senso non è più casuale ma frutto di un’attenta valutazione, probabilmente perché anche gli ultimi due anni hanno creato necessità e opportunità diverse, come quella di lavorare al di fuori dell’azienda e quindi anche in barca. Mezzo che, tra l’altro, si è rivelato essere tra i più sicuri specialmente in questo periodo storico.

La scelta di un progetto deriva da un compromesso tra velocità, comfort di navigazione, spazi e volumi interni, stabilità e pescaggio. Dove “vince” il nuovo 20,98?

Una barca così importante non può puntare su un solo argomento, in quanto le aspettative e le necessità di un armatore di 66’ sono alte e differenti. Di sicuro la nostra filosofia continuerà ad essere quella di progettare e realizzare imbarcazioni in cui i valori qualitativi puntano decisamente in alto, a partire dalla stabilità e dalle prestazioni. Quando parliamo di prestazioni non ci riferiamo solo alla velocità ma alla qualità con la quale una barca naviga in tutte le condizioni, anche a motore.

Perché questo accada la progettazione deve partire dall’esterno, a cominciare dalla linea d’acqua, dalla quale ne deriveranno i successivi volumi, inclusi quelli degli interni. Pertanto, di sicuro, performance e costruzione non deluderanno affatto le aspettative e sul design, come abbiamo fatto negli ultimi anni, proporremo qualcosa di inedito, moderno e di grande comfort.

Entro che limite si riesce a declinare affidabilità e necessità di offrire soluzioni tecnologicamente innovative?

Non ci sono limiti ma solo opportunità. E’ per questo che lavoriamo con aziende collegate alle Università, perché grazie agli studi e alle sperimentazioni dei giovani si possano fare sempre passi in avanti. Quello che è importante è che non siano azzardi ma tutte innovazioni che abbiano il supporto tecnico che ne garantisca l’efficienza, la funzionalità e la sicurezza, con il necessario periodo di sperimentazione.

Forse un limite da tenere comunque in considerazione è quello dei costi. È necessaria sempre una valutazione in termini di costi-benefici affinché la proposta sia corretta sul piano economico. Questo è un elemento molto importante, soprattutto perché il livello tecnico degli armatori di queste imbarcazioni e dei loro consulenti è decisamente elevato.

Italia Yachts è sicuramente un cantiere con una grande attenzione alle tecnologie più avanzate di costruzione e alla ricerca. Cosa si troverà in particolare nel nuovo 20.98?

In questo momento, con un pizzico di presunzione, possiamo consuntivare che IY costruisce con uno standard di produzione di serie decisamente superiore e questo, nella visione del 20.98, è solo un punto di partenza. Non ci siamo limitati a fare un IY più grande ma a proiettare il know how in ricerca e sviluppo più avanti e questo non può che partire dalla tecnologia costruttiva di scafo, coperta e strutture.

Per fare questo abbiamo creato un team con all’interno le migliori professionalità del Made in Italy e iniziato un’attività di ricerca con alcune Università e aziende che operano nel settore aerospaziale. Di sicuro ci saranno delle novità importanti ma dovranno passare molti test prima di essere approvate. Una di queste è legata all’energia e non mi riferisco semplicemente a motori elettrici, ma non voglio aggiungere altro.

A suo avviso la percezione di valori aggiunti sulla progettazione e costruzione viene percepita di più oggi rispetto agli anni passati?

Certamente. Intanto l’armatore, di solito con la moglie, quando viene a vedere la barca dimostra subito di avere le competenze necessarie per fare una buona scelta e per sottoporci domande specifiche e interessanti. Noi li guidiamo nella scoperta di altri dettagli utili che possono sfuggire a prima vista o che sono completamente nascosti, come la tecnologia nella laminazione dello scafo, che ne consente il controllo, o la possibilità di avere la banda larga, il satellitare e tutto quanto necessita per lavorare ed essere collegato esattamente come a casa, in ufficio o in auto.

Spieghiamo all’armatore che progettiamo le barche e le linee d’acqua con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, che elabora modelli matematici. Insomma, via via che l’armatore mostra interesse scendiamo nei dettagli, affinché comprenda fino in fondo tutto ciò che contribuisce a fare di una barca a vela un IY e la sua reale filosofia.

Ambiente, consumi, materiali: a che punto siamo?

E’ inevitabile al giorno d’oggi pensare all’ambiente, sia da parte dell’azienda sia da parte di chi usufruisce di una barca. Per questo noi siamo attivi sul fronte del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni, mentre stiamo lavorando perché a bordo ci siano interventi tecnologici che partono già dai principi della progettazione e della costruzione, per avere un aumento della potenza energetica e del collegamento con l’esterno senza aumentare la presenza invasiva di impianti supplementari. Perché tutto ciò che puoi aggiungere occupa spazio, pesa e aumenta le possibilità di avaria.

Come si può completare l’offerta di un cantiere in funzione del percorso che farà la barca dopo la consegna? Post-vendita, rete di fornitori di servizi, formazione dell’equipaggio?

Il commento che con piacere riceviamo dai nostri armatori è che, fin dal momento dell’acquisto, non si sono mai sentiti soli. Il nostro impegno per essere disponibili ed efficienti prima e dopo l’acquisto è massimo. Stiamo lavorando su molti fronti diversi per supportare chi ha acquistato un IY in Italia e all’estero, per creare una community con una serie di vantaggi per tutti quelli che possono essere i desideri di armatori ed equipaggi.

Abbiamo creato l’Italia Yachts Owner Club, che abbiamo l’ambizione di far diventare un vero “circolo”, dove tutti coloro che sono legati al nostro brand si possono ritrovare per cercare quello che desiderano ma anche per decidere di fare traversate insieme, di sfidarsi in regate o semplicemente di discutere della regolazione di una manovra.

Abbiamo istituito Italia Yachts Squadra Corse, il servizio dedicato al più esperto dei regatanti come a chi si avvicina per la prima volta ai campi di regata. Un affermato team di esperti professionisti in grado di intervenire già in fase di costruzione per aiutare l’armatore in fase di organizzazione del mezzo e della squadra. Quindi il programma prevede giornate di allenamento/preparazione e alcuni esperti possono intervenire su ogni elemento per settare al meglio la barca e per mostrare come condurla al meglio e come scegliere le vele e il settaggio in base al programma di regate scelto.

Inoltre, parallelamente alla costruzione del network destinato alla vendita, che oggi vede un’efficiente copertura in oltre 18 Paesi, stiamo incrementando e ulteriormente strutturando il network legato al service, affinché un armatore abbia sempre un hub o un point di riferimento solerte e preparato anche fuori dall’Italia, 365 giorni l’anno.

Profilo dell’armatore ideale del nuovo 20.98? Navigatore, crocierista o appassionato di regate?

Con una barca così grande è difficile che l’armatore abbia in mente un solo aspetto. Se così fosse, ovviamente siamo in grado di prendere in esame la versione puro racer per consentirgli il massimo divertimento in regata. Ma abbiamo concepito questa barca come un vero all round che possa dare le più grandi soddisfazioni in termini di vivibilità a bordo, di performance in navigazione e in regata.

Quando la vedremo in acqua?

Siamo in fase di interesse da parte di quattro armatori e ci auguriamo che il 2024 possa vedere il varo della numero uno.

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