Bagno in Liguria? Faccio prima se ci arrivo in idrovolante!

Gustavo Saurin, imprenditore italo-argentino di 64 anni, residente nel pavese, stanco delle code in autostrada per arrivare in Liguria ha deciso di utilizzare l'idrovolante. In un'ora, da Vigevano, è arrivato a Noli, dove si è comportato da diportista modello

19 June 2012 | di Redazione Daily Nautica

«Se tutti cominciassero a fare così, sarebbe il caos questa estate». Queste le parole del sottoufficiale della Capitaneria di Porto di Savona Roberto Lufrano rilasciate al Secolo XIX, a commento del singolare fatto accaduto a Noli nel weekend: Gustavo Saurin, imprenditore 64enne di origini argentine residente della provincia di Pavia, stanco delle continue code in autostrada per giungere sulle coste della Liguria, ha preso un idrovolante a Vigevano per toccare l’acqua meno di un’ora dopo, davanti alla quinta repubblica marinara, a poco più di 200 metri da riva! Saurin ha ormeggiato il suo anfibio ultraleggero Sea Max tra le barche e i gommoni, come se niente fosse. E in serata, è decollato facendo ritorno a Vigevano.

 

Senza che la Guardia Costiera o la Capitaneria intervenissero per multarlo, dato che, tecnicamente, non ha infranto nessuna norma rivelandosi, anzi, un diportista modello. L’idrovolante, quando tocca il mare, viene considerato un natante ed è quindi sottoposto a leggi e norme che regolano la condotta di navi e barche. In quella zona della Liguria la fascia di sicurezza arriva a 200 metri da riva e Saurin l’ha rispettata, inoltre nella fascia di rispetto tra i 200 e i 1.000 metri non si possono superare i 10 nodi, ma prima del decollo verso Vigevano il mezzo non ha prevaricato il limite.

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4 commenti

  1. Narese says:

    Tipica mentalita’ di giornalisti del paese di Pulcinella ed Arlecchino. Sorpresa perché la Guardia Costiera o la Capitaneria di Porto non hanno multato chi rispettava norme e regole.
    Capitaneria di Porto e Guardia Costiera hanno altri e piu’ importanti compiti e funzioni, che svolgono in maniera professionale e competente, e non hanno come compito principale, come lascia intendere la “sorpresa” del giornalista, quello di multare la gente. Se lo fanno e’ a ragion veduta e quando vengono violate le norme.
    Non e’ solo il voler “fare notizia” a tutti i costi da parte di certa stampa, ma il fare notizia con la solita …mentalita’.

  2. fabrizio says:

    non stupitevi dello pseudo-scandalo, sono solo i giornalisti che non hanno niente di meglio da scrivere! lo fanno spesso, soprattutto spendendo demagogia gratuita, e l’aviazione è un bersaglio troooppo facile! certo non lo fanno con le barche: i cantieri nautici spendono decine di milioni/anno in pubblicità, i costruttori di aerei non ne hanno bisogno. bisogna pur salvaguardare il posto di lavoro di questi poveri giornalisti!

  3. Gianni says:

    Intelligente, discreto ed educato ! Complimenti !
    Non si capisce perché si gridi allo scandalo e si parli subito di multe ! Perché mai avrebbe dovuto essere multato, ha rispettato le leggi previste per gli idrovolanti e per i natanti, molto meglio un idrovolante che una moto d’acqua esibizionista che va avanti ed indietro lungo le coste.
    L’idro é anche un mezzo di trasporto per 2 persone, veloce e silenzioso, consuma meno di 14 l/h a 170 Km/h. Come al solito in Italia ci sono invidiosi che trovano il fatto anormale quando altrove invece é la normalità. Negli anni 50′ un Idrovolante di 20+ passeggeri collegava l’Inghilterra con S. Margherita Ligure e nessuno lo riteneva strano.

  4. Sergio Barlocchetti says:

    Il fatto che questo utilizzo normale di un normale aeroplano anfibio faccia notizia, dimostra sltanto la sottocultura italiana in fatto di aviazione. Prima della seconda guerra mondiale, l’uso degli idrovolanti era massiccio anche per i collegamenti di linea, infatti l’idroscalo di Milano è stato creato come pista d’acqua per la città. Altri scali erano Molo Bersaglieri a Palermo, Orbetello, Venezia Lido, Santa Maria di Leuca Molo degli Inglesi. L’Italia, con 8.000 km di coste, dovrebbe pensare attentamente alla possibilità di collegamenti inter-regionali con idrovolanti. del resto, quando gli italiani vanno alle Maldive, salgono sui Twin Otter per raggiungere le destinazioni turistiche. Nel 1936 un cittadino milanese poteva raggiungere diverse località con treno o idrovolante, oggi è costretto all’automobile.
    Gli idroscali attuali e attivi si limitano a Como, Cremona, Leuca e pochi altri. Città come Mantova, Pescara, Ancona, Enna (lago Nicoletti), potrebbero avere grandi vantaggi dall’uso di aeromobili anfibi da 15-20 posti.

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