A Genova il nuovo ShipLift dei record per megayacht fino a 95 metri

Il nuovo sistema di alaggio di Amico & Co, con una portata di 4000 tonnellate, è il più grosso e potente in Italia e uno dei pochi del Mediterraneo

30 November 2019 | di Gaetano Tappino

Nel novembre dek 2014 il cantiere genovese Amico & Co inaugurava il primo bacino di carenaggio per megayacht di 100 metri, un’opera realizzata in tempi record con un progetto complesso di costruzione subacquea della struttura. A distanza di cinque anni, è stato appena inaugurato un altro importante progetto, il “Ship Lift“, un moderno sistema per l’alaggio, il varo e la movimentazione a terra di mega yacht fino alle considerevoli dimensioni di 95 metri.

Una piattaforma sospesa da una serie di paranchi a cavo che può essere immersa fino a 10 metri di profondità, per poi risollevarsi trasportando a livello banchina lo yacht che, preventivamente, viene intaccato dai sommozzatori su una apposita sella. Ma la straordinarietà del progetto, che ha comportato un investimento complessivo di 27 milioni di euro, non finisce qui.

Una volta che la platea dello ship lift è a livello della banchina, interviene un’ulteriore struttura con una serie di carrelli telecomandati, provvisti di potenti pistoni idraulici perfettamente allineati su appositi binari, che passano sotto lo scafo per piazzarsi nei punti di sollevamento e alzano lo yacht portandolo nello spazio dedicato alle lavorazioni di manutenzione. Questa operazione può durare all’incirca un paio d’ore.

L’obiettivo del progetto era consentire al Cantiere Amico di collocare fino a cinque megayacht nelle apposite zone di lavorazione, mentre un bacino di carenaggio, una volta occupato, non è più disponibile fino al termine della lavorazione e rimessa in galleggiamento dello yacht. Un lavoro ciclopico, realizzato in tempi record, che Amico ha condotto in prima persona, coinvolgendo altre decine di aziende, sotto la direzione di Fabrizio Scardigno, general manager per le nuove infrastrutture e capo ufficio acquisti, supportato dallo staff di ingegneri del cantiere.

Fondamentale è stato il preventivo e importante lavoro di consolidamento delle aree dedicate al passaggio delle pesanti strutture, con la realizzazione di una superficie perfettamente in piano dove sono stati inseriti i binari di avanzamento lineare e di traslazione laterale per raggiungere le postazioni, oltre alla predisposizione di tutta una rete di fornitura elettrica per la movimentazione, in un sistema ambientale a impatto zero.

Nel mese scorso sono stati poi eseguiti dei test di sollevamento e di coordinamento della sincronizzazione dei carrelli deputati al trasporto. Per questi test, seguiti da Paolo Baldo, responsabile della logistica del cantiere, Amico è riuscito a trovare una navetta mercantile del peso equivalente alla massima portata.

La storia della famiglia Amico è secolare. Nel 1799 Matteo Amico apre il proprio cantiere navale a Loano e successivamente Michele Amico crea, nel porto di Genova, la ditta Amico riparazioni navali per bastimenti a vela e propulsione meccanica. Nel 1920 Luigi Amico prosegue l’attività, specializzata in lavorazioni portuali. La passione viene tramessa come un codice genetico alle generazioni successive, arrivando a Guido Amico, che presenta all’Autorità Portuale la richiesta di una concessione in zona prospicente all’imboccatura del porto di Genova, fondando con il figlio Alberto la Amico & Co.

La svolta di sviluppo è quasi immediata. Il presidente Alberto, con il supporto della sorella Alessandra, avvia una serie di grossi investimenti sia in infrastrutture che in collaboratori: una carta dimostratasi vincente ch permette all’azienda genovese di affermarsi a livello nazionale e internazionale nel mercato del refitting.

 

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