“Uomini e navi”, a Chiavari in rassegna le storie e le immagini dei naviganti

Racconti, fatti e testimonianze di chi ha scelto il mare come palcoscenico della propria vita

11 January 2018 | di Redazione Daily Nautica
Porto turistico di Chiavari
Porto turistico di Chiavari

A Chiavari torna la rassegna “Uomini & Navi“, un ciclo di incontri dedicati all’uomo e al mare, visto da diverse prospettive. La manifestazione, organizzata dalla sezione locale della Lega Navale Italiana con il patrocinio del Comune, è giunta ormai alla sua decima edizione e quest’anno celebrerà anche un altro importante anniversario, i 120 anni di Lega Navale Italiana.

Gli appuntamenti, aperti al pubblico, si tengono nel porto turistico della cittadina ligure al box numero 51, sede della Lega Navale. Dopo i primi due eventi, che si sono svolti a dicembre, si ripartirà  sabato 13 gennaio alle 17 e 30 con Anna Lajolo e Guido Lombardi, protagonisti di un incontro dal titolo “Sognatori di isole solitarie“.

“Nella prima metà degli anni Novanta -spiegano Lajolo e Lombardi- le isole più solitarie del mondo, abitate da piccole comunità tanto lontane dal nostro modo di vivere, sono state mete della nostra attività di documentaristi per il programma Geo della Rai. Partivamo per andare a filmare microcosmi nell’estremo isolamento dell’Oceano”.

“Abbiamo visitato -raccontano i due documentaristi- Tristan da Cunha, Robinson Crusoe, Pitcairn e l’isola degli ammutinati del Bounty, luoghi dall’attrazione fatale che ti cambiano la testa e, nell’incantesimo dello sconfinato orizzonte marino, fantastichi di rimanere in capo al mondo, in una natura aspra a ripensare il senso della vita. Eravamo sognatori di isole. La nostra felicità -concludono Lajolo e Lombardi- era viaggiare alla scoperta di un’isola solitaria e dei suoi abitanti”.

Sabato 20  gennaio, invece, sarà la volta di Michele Priolo e Franco Lazzari, che parleranno dell'”Epopea dell’idrovolante – primati, competizioni e imprese dal 1915 al 1935“. Durante l’incontro si ripercorrerà l’era del dirigibile, con l’Italia protagonista di progetti e imprese indimenticabili e si vedrà come l’interesse collettivo si spostò in seguito verso gli idrovolanti, che trovarono un campo di applicazione privilegiato, considerata la collocazione geografica del nostro territorio. In quel periodo storico, ai grandi progetti si affiancarono grandi imprese, per esempio la Coppa Schneider o la Crociera del Decennale in cui gli italiani mostrarono la propria eccellenza.

Sabato 10 febbraio Raffaele Ciccarelli illustrerà poi “L’evoluzione storica delle bandiere della Marina Militare e Mercantile“. La conferenza darà modo al pubblico di conoscere, attraverso le immagini, l’evoluzione e l’uso delle bandiere nelle marine militari e mercantili, a partire dallo stato sabaudo fino ai giorni nostri.

Sabato 24 febbraio Flavio Bertini  parlerà invece delle “Navi di tipo Liberty (1941-1945) – un’imponente operazione di logistica militare, una svolta nella tecnica delle costruzioni navali e un importante contributo alla ripresa economica del secondo dopoguerra”.

Verrà raccontata, in particolare, la sensazionale operazione attuata dagli Stati Uniti durante il secondo conflitto mondiale, con la costruzione in serie di centinaia di navi da carico impiegate nei convogli per il trasporto dei rifornimenti in Europa e verranno prese in esame le innovazioni introdotte nella costruzione degli scafi, nonché l’utilizzo di quelle navi da parte degli armatori italiani nei decenni successivi.

La rassegna si concluderà poi a marzo con gli ultimi due appuntamenti. Il primo, sabato 3 marzo, con Alessandro Casarino di Navimeteo, che terrà un incontro dedicato a “Le classiche tempeste mediterranee“. Il secondo, sabato 24 marzo, con Ernani Nanni Andreatta, dal titolo “Charles W. Morgan – la ricostruzione dell’ultima Baleniera“.

Al centro del conferenza, la storia della baleniera costruita nel 1841 nei cantieri di F. Zacharias Williams a Bedford, negli Usa. La Morgan, che per 80 anni navigò in tutti gli oceani del mondo, era lunga 33,5 metri, aveva una stazza di circa 300 tonnellate e il suo equipaggio era composto da 35 persone.

Elisa Teja

 

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2 commenti

  1. Annamaria "Lilla" Mariotti says:

    Ho notato il programma per la Rassegna Uomini e Navi alla LNI di Chiavari a cui anch’io ho prtecipato diverse volte in passato. Nella presentazione dell’intervento di Anna Lajolo e Giorgio Lombardi si parla di isole : “Tristan da Cunha, Robinson Crusoe, Pitcairn e l’isola degli ammutinati del Bounty,”. Non so se quella e è un refuso, perché Pitcairn e l’isola degli ammutinati del Bounty sono la stessa cosa. Gli ammutinati sirifugiarono in quel luogo perché lo scopritore (in questo momento mi sfugge il nome) aveva sbagliato a segnarla sulle carte nautiche e la flotta inglese che fu mandata alla ricerca degli ammutinati non li trovò mai.
    Anche l’Isola di Robinson Crusoe si chiama in realtà Màs a Tierra e si trova nell’arcipegato clileno di Juan Fernandez, credo che il nome del famoso naufrago sia stato dato in tempi recenti, e tra l’altro non si chiamava neanche Robinson Crusoe, nome datogli da Daniel DeFoe, ma Alexander Selkirk ed è una storia vera che ispirò lo scrittore
    Cordiali saluti

    • Elisa Teja says:

      Buongiorno Annamaria, intanto mi scuso per il ritardo a risponderle. Grazie per il suo commento. Abbiamo voluto scrivere “Pitcairn e l’isola degli ammutinati del Bounty” proprio per indicare che sono la stessa cosa, come lei ha correttamente notato. Credo che lo scopritore dell’isola sia stato il comandante Carteret, che scelse il nome Pitcairn in onore del Guardiamarina, membro dell’equipaggio che per primo avvistò l’isola.
      Cordiali saluti

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