Il Museo delle Attività Subacquee di Ravenna: un tesoro tutto da scoprire

Fondato dall'associazione culturale no-profit "The Historical Diving Society Italia", è un museo unico nel suo genere in Italia e uno dei pochi al mondo

15 March 2020 | di Paolo Ponga

L’Italia, come si sa, è un Paese straordinariamente legato al mare. Al di là della conformazione geografica, i suoi abitanti sono da sempre innamorati del Mediterraneo, di cui adorano i colori, i profumi, il calore d’estate o magari, semplicemente, vivono di esso. E non parlo solo degli abitanti delle zone costiere ma di tutti gli italiani: ci sono probabilmente più velisti a Milano che a Genova.

Allo stesso modo, l’Italia è uno dei Paesi in cui nacque l’attività subacquea, inizialmente effettuata per scopi militari, per poi essere praticata da chi semplicemente desiderava conoscere ciò che esiste sotto la superficie del mare, per passione e curiosità.

Marinai italiani hanno fatto la storia delle imprese subacquee nella Seconda Guerra Mondiale e poi l’Italia ha fortemente contribuito alla nascita della subacquea ricreativa, grazie all’ingegno di uomini come Luigi Ferraro. Non bisogna poi dimenticare che le nostre aziende di attrezzature per immersioni sono famose in tutto il mondo.

Per studiare la storia degli sforzi fatti dall’uomo per scendere nelle profondità marine, ricordarne le vicissitudini e diffonderne le conoscenze, nel 1994 viene fondata a Ravenna un’associazione culturale no-profit che “promuove la conoscenza della storia dell’immersione nella consapevolezza che la stessa è una parte importante e significativa dello sforzo tecnologico compiuto dai nostri avi, e che si compie tuttora, sulla strada del sapere umano”: la HDSI (The Historical Diving Society Italia).

Negli anni questa associazione è risultata particolarmente attiva nell’organizzazione e nella partecipazione ad eventi, convegni ed incontri, condotti in collaborazione con personaggi celebri. Per citarne alcuni, Folco Quilici, l’ing. Guido Gay (scopritore del relitto della corazzata Roma), l’archeologo Sebastiano Tusa e molti altri.

Viene poi organizzata la partecipazione continuativa all’Eudi Show, il salone della subacquea, la pubblicazione di una rivista cartacea, HDS notizie, e viene istituito il Trofeo Andrea Ghisotti dedicato alla fotografia di relitti, per ricordare il grande fotografo e giornalista scomparso. Inoltre, fino a qualche anno fa, la HDSI svolgeva anche corsi da palombaro sportivo.

Insieme a queste molteplici attività, l’associazione ha fondato il MAS, il Museo delle Attività Subacquee, unico nel suo genere in Italia e uno dei pochi al mondo, che dal 2014 è situato a Marina di Ravenna nella nuova sede di Piazza Marinai d’Italia 16.

Riconoscere lo spazio museale dall’esterno è facilissimo, grazie alla statua del palombaro che dà bella mostra di sé nel centro della piazza. Avvicinandosi all’ingresso del museo, si possono vedere esposte una campana iperbarica per il lavoro in alto fondale, una batisfera e una torretta normobarica per ricerche subacquee.

Superato l’ingresso con lo stemma del museo, vengo accolto dal gentilissimo curatore, il sig. Vincenzo Cardella, che mi aiuterà nella comprensione dei manufatti esposti. Alcuni sono facilmente comprensibili e conosciuti da chi, come il sottoscritto, è appassionato di subacquea da molti anni. Si finisce così per ritrovare attrezzature per immergersi o fare snorkeling che venivano usate tanti anni fa, magari quando si era ragazzi, e il ricordo passa così veloce a quei tempi. Purtroppo qualche volta si vedono cose che ancora oggi fanno parte dell’equipaggiamento di qualcuno di noi…

La visita prosegue così tra pezzi normali e straordinari, ottenuti grazie alle donazioni ricevute per il prestigio dell’associazione: un esempio fra tutti la statua in gesso del Cristo degli Abissi del prof. Guido Galletti, ora vincolata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali quale opera d’arte di interesse nazionale. Si tratta dell’originale della famosa statua in bronzo che giace dal 1954 nei fondali di San Fruttuoso (GE), nata da un’idea di Duilio Marcante a simbolo della subacquea mondiale.

La collezione di oggetti comprende poi materiali, attrezzature, stampe e diorami sistemati con pannelli esplicativi che illustrano i vari aspetti dell’attività subacquea e si compone di varie sezioni dedicate alla Marina Militare, al Cristo degli Abissi, al lavoro subacqueo, alle mostre tematiche e alla foto-cine sub.

Mentre alle pareti si susseguono stampe antiche che ripercorrono l’avventura subacquea dell’uomo, possiamo vedere alcune camere iperbariche, tra cui una delle prime prodotte in Italia: una Galeazzi, affidata al MAS dall’Università di Ferrara.

Vi è anche un pregevole diorama sull’attività dei palombari con gli uomini visti in azione, oltre a pinne, maschere, erogatori d’epoca, custodie fotografiche subacquee appartenute a operatori famosissimi come Folco Quilici o Raimondo Bucher e attrezzature e divise militari. Insomma, una gioia per gli occhi e per il cuore per chiunque adori il mare e vederlo sotto la superficie.

Inoltre, il museo possiede una cineteca e soprattutto una biblioteca di volumi sull’attività subacquea, con oltre 3 mila titoli, aperta a tutti gli studiosi e ricercatori. Per informazioni sul MAS, che è aperto tutto l’anno su prenotazione, è possibile visitare il sito ufficiale, la pagina Facebook, oppure contattare direttamente il curatore del museo, Vincenzo Cardella (3387265650, museo@hdsitalia.org).

Paolo Ponga

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