Coronavirus, appello dei professionisti della nautica genovese e ligure: “Accesso in banchina per tutti, navigazione libera e riapertura di tutta la filiera”

Dalla collaborazione di Genova for Yachting con Assagenti e con la Rete di Liguria for Yachting, le proposte del comparto della nautica professionale genovese e ligure per la ripartenza

24 April 2020 | di Giuseppe Orrù
Marina Porto Antico
Marina Porto Antico

Consentire a proprietari, utenti e operatori l’accesso a natanti, imbarcazioni e navi da diporto nei porti turistici e nei marina della Liguria, abilitare la navigazione e i movimenti delle unità da diporto lungo le coste sia per finalità turistiche che per preparazioni e manutenzioni necessarie per la stagione estiva, consentendo spostamenti da e per i cantieri, per le prove in mare e per raggiungere l’ormeggio presso un porto o un marina ed estendere a tutte le attività legate alla filiera nautica l’autorizzazione ad operare nel pieno rispetto delle misure per il contenimento della diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro.

Ecco le tre proposte per la ripresa del comparto nautico in vista della “Fase 2” e della stagione estiva, presentate alla Regione Liguria da Genova for Yachting, l’associazione che rappresenta il comparto della nautica professionale genovese, in un lavoro congiunto con Assagenti, associazione locale dei raccomandatari marittimi, e con la rete dei marina liguri di Liguria for Yachting. Una collaborazione che ha portato a individuare una serie di istanze, raccolte in una lettera inviata al governatore Giovanni Toti e all’assessore Andrea Beneveduti.

Giovanni Costaguta, presidente di Genova for Yachting, ha chiesto l’inserimento di questi tre provvedimenti nel prossimo decreto, esprimendo il proprio apprezzamento per l’attenzione dedicata dalle istituzioni locali alla cantieristica e alle attività legate all’economia del mare nella gestione dell’emergenza Covid-19. Genova For Yachting ha messo quindi le proprie competenze a disposizione delle istituzioni e del territorio, raccogliendo anche i contributi dalle diverse categorie rappresentate nei settori servizi, marina, cantieri, tecnologie e professionisti.

L’individuazione e la realizzazione di progetti concreti che possano essere un volano per la crescita dell’economia legata al mare sono l’obiettivo di Genova for Yachting, che riunisce 44 realtà genovesi che, con un fatturato complessivo di circa 170 milioni di euro all’anno, si confrontano con successo in un settore internazionale ad altissimo livello di competizione, in un mercato di riferimento che si aggira intorno ai 6 miliardi di euro l’anno (spesa operativa annuale mondiale), con una ricaduta del 100% sul territorio.

MARINA PRONTI A RIAPRIRE

Liguria for Yachting, la rete che riunisce i più importanti marina liguri con oltre 100 dipendenti e 2.400 posti barca, di cui quasi 300 dedicati a super yacht, ha redatto delle linee guida che permetterebbero ai propri soci di essere pienamente operativi, nel rispetto delle normative in termini di sicurezza e gestione delle criticità.

“Riteniamo che il settore della nautica da diporto – spiega Fabio Pesto, presidente di Liguria for Yachting – possa ripartire proprio dalla nostra regione che tra le prime ha implementato misure restrittive e proprio per questo potrebbe essere la prima a ripartire, al massimo entro le prossime due settimane, arrivando a permettere la libera circolazione di imbarcazioni lungo le nostre coste».

Marina di Loano, Marina Genova, Marina Porto Antico, Marina Molo Vecchio e Porto Lotti hanno analizzato sia i propri processi di lavoro interni, sia quelli di accoglienza al pubblico, intervenendo laddove fossero presenti delle criticità. Ad esempio sono stati predisposti rigorosi standard per la sanificazione di ambienti di lavoro, attrezzature, colonnine, locali e, su richiesta, anche di imbarcazioni. I marina hanno definito anche delle linee guida per la tutela e il monitoraggio di clienti e fornitori, disponendo il controllo delle aree esterne e delle imbarcazioni in entrata, con un collegamento diretto con la sanità marittima.

 

Giuseppe Orrù

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