L’Unesco scopre una delle barriere coralline più grandi e più profonde del mondo

La barriera corallina è lunga circa 3 chilometri e larga tra i 30 e i 60 metri, il che la rende una delle barriere coralline sane più estese mai scoperte

14 February 2022 | di Paolo Ponga

Certe notizie ci fanno comprendere come ancora oggi, sebbene abituati a pensare il mondo come un territorio conosciuto in ogni suo aspetto, ci siano, in realtà, molte meraviglie da scoprire. Anche e soprattutto sott’acqua, malgrado i decenni passati con la faccia sotto la superficie grazie ai sistemi autonomi di respirazione, quelli che gli americani chiamano “Scuba”, Self Contained Underwater Breathing Apparatus, ovvero apparato di respirazione subacqueo autonomo.

Una missione di ricerca scientifica sostenuta dall’Unesco ha infatti scoperto una delle barriere coralline più grandi del mondo, situata al largo di Tahiti, nella Polinesia Francese (Oceano Pacifico). Le condizioni incontaminate del sito e la vasta area coperta dai coralli rendono questo ritrovamento di grande valore.

La barriera corallina è lunga circa 3 chilometri e larga tra i 30 e i 60 metri, il che la rende una delle barriere coralline sane più estese mai scoperte. I coralli giganti a forma di rosa hanno un diametro fino a 2 metri ma la caratteristica che la rende insolita è che si trova ad una profondità compresa tra i 30 e i 65 metri.

Fino ad ora, invece, la stragrande maggioranza delle barriere coralline conosciute al mondo si trova a profondità variabili tra la superficie e i 25 metri. Quindi, questa scoperta suggerisce l’esistenza di barriere coralline molto grandi a profondità di oltre 30 metri, in quella che è definita come la “zona crepuscolare” dell’oceano, di cui semplicemente non siamo a conoscenza.

L’altra caratteristica straordinaria del sito è che il reef sembra intatto, malgrado i danni subiti da altre barriere nell’area. La ricercatrice francese Laetitia Hedouin, che ha partecipato alla scoperta, ha ricordato che “la Polinesia Francese ha subito un significativo evento di sbiancamento nel 2019ma che “questa barriera corallina non sembra esserne stata colpita in modo significativo”.

“La scoperta di questo reef in condizioni così incontaminate – ha sottolineato la ricercatrice – è una buona notizia e può ispirare la conservazione futura di questi ambienti. Pensiamo, infatti, che le barriere coralline più profonde possano essere meglio protette dal riscaldamento globale“.

Questa spedizione fa parte dell’approccio globale dell’Unesco alla mappatura dell’oceano. Le barriere coralline sono un’importante fonte di cibo per altri organismi, quindi la loro localizzazione può aiutare la ricerca sulla biodiversità. Gli organismi che vivono sulle scogliere possono essere importanti per la ricerca medica e le barriere coralline possono anche fornire protezione dall’erosione costiera e persino dagli tsunami.

“Ad oggi – ha spiegato Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco – conosciamo la superficie della luna meglio dell’oceano profondo. Solo il 20% dell’intero fondale marino è stato mappato. Questa straordinaria scoperta a Tahiti dimostra l’incredibile lavoro di scienziati, che, con il supporto dell’Unesco, ampliano la portata della nostra conoscenza su ciò che si nasconde sotto la superficie del mare”.

 

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