Gusci di ostriche come diga naturale: l’idea di Billion Oyster Project per difendere New York

L’idea di Billion Oyster Project per difendere la costa di Staten Island dalle violenti tempeste

23 March 2022 | di Valerio Caccavale

Quello che inizialmente era un semplice progetto scolastico ideato da due docenti della Harbor School a New York, è diventato nel giro di pochissimo tempo un’idea rivoluzionaria destinata a salvaguardare la costa, ormai scomparsa, di Staten Island.

Si tratta del Billion Oyster Project, nato nel 2014 grazie a Murray Fisher e Pete Malinowski. Il loro obiettivo era quello di ripristinare il porto degradato di New York tramite un sistema naturale e senza dubbio originale. L’idea consiste nel ripopolare l’intera barriera marina grazie a colonie di ostriche.

La popolazione di ostriche in America

Forse non tutti sanno che il porto americano ospitava, un tempo, ben 220.000 acri di barriere coralline composte da ostriche. In origine era anche un alimento base dei Lenape, un popolo nativo americano. Ma con il passare del tempo, gli allevamenti intensivi praticati soprattutto dai visitatori europei e i continui traffici navali non hanno fatto altro che danneggiare questo ecosistema.

Tornando ai giorni nostri, di fronte alle continue minacce climatiche, una grossa comunità si è attivata seguendo la scia del popolo Lenape ,al fine di ripristinare l’ambiente sott’acqua. Come le barriere coralline, infatti, le ostriche offrono un habitat sicuro per molte altre specie a rischio di estinzione. Inoltre, ciascun mollusco ha la capacità di filtrare ben 50 litri di acqua al giorno, il che consente di ripulire il mare dagli agenti inquinanti, incluso l’azoto.

Ostriche: una barriera corallina contro le tempeste  

Le pesanti inondazioni causate dall’uragano Sandy nel 2012 hanno lasciato una grossa ferita a Staten Island. Quel terribile evento ha provocato danni per 19 milioni di dollari e ha causato la morte di 44 persone, e il timore del governo locale è che, in assenza di un’efficiente struttura frangiflutti, tutto ciò possa riaccadere.

Per questo motivo, Shaun Donovan del dipartimento dello sviluppo urbano degli Stati Uniti ha lanciato un concorso chiamato Rebuild By Design. L’incarico è stato affidato alla Living Breakwaters Project che installerà una sorta di barriera frangiflutti costruita con vetro riciclato. Sopra questo letto, gli attivisti della Billion Oyster Project posizioneranno le colonie di ostriche una accanto all’altra in modo da creare un vero e proprio scudo ed evitare l’erosione della costa.

I primi lavori sono partiti a settembre del 2021, in particolare nel quartiere di Tottenville e Fort Wadsworth. E’ un lavoro che richiederà molto tempo, ma i ricercatori sono ottimisti. Oltre a svariate scuole e ai volontari che aderiscono al progetto, un contributo fondamentale arriva dai ristoranti.

Le stesse ostriche servite ai tavoli andranno infatti a comporre gli involucri necessari per far sì che crescano le colonie. La sfida adesso è quella di inserire un miliardo di ostriche entro il 2035 nella barriera frangiflutti, ma, grazie all’aiuto messo a disposizione dalla comunità americana, il traguardo non sembra poi così lontano.

 

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1 commento

  1. Gaetano Fantucchio says:

    Io penso che sia un ottima idea ripristinare la fauna marina

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